È stato un attore, regista e sceneggiatore italiano. Ha saputo esplorare le tradizioni napoletane seguendo le orme linguistiche ed artistiche di Eduardo De Filippo e Totò, ma rinnovandole con contenuti e capacità recitative del tutto originali. Scompare prematuramente, a 41 anni, per un attacco cardiaco conseguente a febbri reumatiche di cui soffriva sin dall’età di 12 anni.
Nasce a San Giorgio a Cremano, città confinante con Napoli, il 19 febbraio 1953. Figlio di Alfredo, un macchinista ferroviario, e di Elena Andinolfi, cresce in una famiglia molto numerosa; infatti nella stessa casa abita con i genitori, cinque fratelli, due nonni, gli zii ed i loro cinque figli. Dell’atmosfera familiare, Troisi lascia alcune testimonianze anche nei suoi primi due film, Ricomincio da tre e Scusate il ritardo.
Dopo aver ottenuto il diploma di geometra all’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Eugenio Pantaleo” di Torre del Greco, scrive poesie per diletto ispirandosi a Pasolini, il suo autore preferito, e inizia a recitare, dal 1969 nel teatro parrocchiale insieme ad alcuni amici d’infanzia (tra cui Lello Arena, Nico Mucci, Valeria Pezza), con i quali passa parecchio tempo a giocare a pallone. Nel 1971 la madre muore improvvisamente.
Nel 1972 gli viene diagnosticata un’anomalia cardiaca che lo obbliga, nel 1976, a recarsi negli Stati Uniti d’America per un intervento alla valvola mitralica; alle spese del viaggio contribuisce una colletta organizzata, tra gli altri, dal quotidiano di Napoli “Il Mattino”.
La Smorfia
Nel 1972 il gruppo si stabilisce all’interno di un garage nella città natale di Troisi, si chiama Centro Teatro Spazio e inizia con recite pulcinellesche tipiche della tradizione teatrale napoletana. Due anni dopo entra nel gruppo il chitarrista Vincenzo Purcaro, che assume il nome d’arte Enzo Decaro. Nel 1976 il trio Troisi-Arena-Decaro viene chiamato I Saraceni, l’anno seguente diventa La Smorfia.
In teatro ottengono subito successo, dapprima a livello locale, poi anche nazionale (approdano al cabaret romano “La Chanson” e in locali del Nord Italia). La radio rende famoso il terzetto nella trasmissione Cordialmente insieme dove propongono i famosi sketch dell’Arca di Noè, Annunciazione, Soldati, San Gennaro e tanti altri. La celebrità arriva con le trasmissioni televisive Non Stop (1977), La Sberla (1978) e Luna Park (1979) diretti dai registi televisivi Enzo Trapani ed Eros Macchi. L’ultimo spettacolo teatrale del trio è “Così è (se vi piace)”, citazione del “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello .
Troisi diventa il leader del trio, proiettato al ruolo di nuovo interprete della tradizione partenopea. Con la sua gestualità e mimica facciale e col suo linguaggio farfugliante e afasico, a tratti quasi incomprensibile – che ricorda certi monologhi interminabili di Eduardo De Filippo – esprime un’ironica critica nei confronti dei vecchi stilemi napoletani e dei luoghi comuni della società. Durante la registrazione di uno spettacolo televisivo del gruppo, Troisi fa un incontro fondamentale per la sua carriera, quello con Anna Pavignano, studentessa universitaria, sua compagna e soprattutto collaboratrice per diverso tempo: il rapporto sarà fondamentale per la tematica delle relazioni di coppia, ricorrente in quasi tutte le pellicole.
Esordio cinematografico
La morte e le tradizioni napoletane
L’anno seguente accetta di dirigere uno speciale televisivo trasmesso da Raitre per la serie Che fai, ridi?dedicato ai nuovi comici italiani di inizio anni Ottanta, Morto Troisi, viva Troisi!
In una finta edizione straordinaria del telegiornale viene annunciata la morte di Troisi e tutti gli amici – tra questi Arena, Carlo Verdone, Marco Messeri, Maurizio Nichetti, Renzo Arbore e Roberto Benigni – finiscono per ricordarlo sparlandone in ogni modo.
Sempre nel 1982, recita da insieme a Lello Arena nel film No grazie, il caffè mi rende nervoso nel quale un fanatico ed invasato difensore delle tradizioni napoletane (pizza, canzoni e mandolino), cercando in tutti i modi di impedire lo svolgimento del “Primo Festival Nuova Napoli”, simbolo della novità usurpatrice della tradizione, finisce col provocare la morte di Troisi, in un vicolo, dentro un organetto e con la pizza in bocca. Di questo film sono da ricordare in particolare i monologhi di Troisi nell’albergo, al commissariato e dal giornalaio.
Scusate il ritardo
La seconda tappa della carriera cinematografica è del 1983, con Scusate il ritardo, nel quale il protagonista è simile nei caratteri al Gaetano del film precedente, ma più timido e impacciato; è incapace di consolare un suo amico in crisi affettiva ma è a sua volta incapace di amare la sua donna.
Non ci resta che piangere – Il sodalizio con Benigni
Altro grande successo di pubblico (ma non di critica) lo ottiene nel 1984 con Non ci resta che piangere, unico film a fianco di Roberto Benigni, da lui molto lontano per lingua e gestualità. Il film – basato su una trama elementare – è ricco di citazioni storiche e rimane comunque nell’immaginario collettivo per le invenzioni e le gag di Troisi e Benigni. Mario (Troisi) e Saverio (Benigni), trovato chiuso un passaggio a livello, passano la notte in una locanda, ma la mattina scoprono di essersi risvegliati a “Frittole”, nel 1492. Devono adeguarsi alla vita dell’epoca pur sperando di rientrare nel loro mondo. Fra le tante gag è da menzionare la scena della scrittura di una lettera a Girolamo Savonarola, chiara citazione dell’analoga scena interpretata da Totò e Peppino de Filippo in Totò Peppino e la Malafemmina.
Nel 1986 Troisi ha un piccolo ruolo nel film diretto da Cinzia Torrini, Hotel Colonial. Girato in Colombia, tenta la carta del cast internazionale. Troisi interpreta un traghettatore napoletano emigrato in Sudamerica che aiuta il protagonista nella ricerca del fratello.
Nel 1987 è attore e regista di Le vie del Signore sono finite, ambientato durante il periodo fascista; interpreta il ruolo di Camillo Pianese, un invalido “psicosomatico”, lasciato dalla sua donna e che si trova a consolare un suo amico, malato autentico ed innamorato della stessa donna senza essere ricambiato. Il film vince il Nastro d’Argento per la migliore sceneggiatura.
Con Scola e Mastroianni
Nel triennio seguente collabora come attore con Ettore Scola e con Marcello Mastroianni in tre film: Splendor (1988) in cui è un proiezionista di un cinema prossimo alla chiusura; Che ora è? (1989), sui rapporti conflittuali tra padre e figlio, per il quale è premiato con la Coppa Volpi, ex aequo con Mastroianni, alla Mostra del Cinema di Venezia; e Il viaggio di Capitan Fracassa (1990) dove interpreta Pulcinella.
L’ultimo film alla regia
L’ultima regia di Troisi è quella di Pensavo fosse amore, invece era un calesse, del 1991, di cui è anche sceneggiatore e protagonista con Francesca Neri.
Il postino
All’inizio del 1994 Troisi, recatosi ancora una volta negli Stati Uniti per controlli cardiaci, apprende che deve sottoporsi con urgenza a un nuovo intervento chirurgico, ma decide di non rimandare le riprese del suo nuovo film. Girato nel 1994 a Procida (anche a Ischia, Pantelleria e Salina) e diretto da Michael Radford, liberamente tratto dal romanzo Ardiente paciencia di Antonio Skàrmeta, pubblicato in Italia con il titolo Il Postino di Neruda, tratta dell’amicizia tra un umile portalettere e Pablo Neruda (Philippe Noiret) durante l’esilio del poeta cileno in Italia.
La scomparsa
Troisi muore nel sonno nella casa della sorella a Ostia, per attacco cardiaco, il 4 giugno 1994, 24 ore dopo aver terminato le riprese de il Postino. Le sue spoglie sono conservate nel Cimitero di San Giorgio a Cremano (NA) insieme con quelle della madre e del padre. Due anni dopo la morte di Troisi, il film viene candidato a quattro Premi Oscar (tra cui Troisi come miglior attore, il quarto di sempre a ricevere una nomination postuma), ma delle quattro nomination si concretizza solo quella per per la migliore colonna sonora (scritta da Luis Bacalov).
“Morto Troisi, viva Troisi”, 1982 (film per la tv);
“Scusate il ritardo”, 1982/83;
“Non ci resta che piangere”, 1984 (co-regia con Roberto Benigni);
“Le vie del Signore sono finite”, 1987;
“Pensavo fosse amore invece era un calesse”, 1991;
E altri per i quali recitò soltanto:
“No grazie il caffè mi rende nervoso”, 1983 di Lodovico Gasparini;
“Hotel Colonial”, 1985 di Cinzia Th Torrini;
“Splendor”, 1989 di Ettore Scola;
“Che ora è”, 1989 di Ettore Scola;
“Il viaggio di Capitan Fracassa”, 1990 di Ettore Scola;
“Il postino”, 1994 di Michael Radford in collaborazione con Massimo Troisi.