La Mostra con in esposizione 200 opere provenienti tutte dalle collezioni permanenti del museo, senza prestiti esterni, si propone di rilanciare il ‘600 napoletano’ ritenuto dallo studioso Roberto Longhi 1890-1970 il secolo di Caravaggio, attribuendo al naturalismo dell’artista, la colonna vertebrale dell’arte napoletana.
L’analisi dei saggi pubblicati dal Longhi nell’ultimo decennio del secolo scorso, scaturisce nella cronologia delle esposizioni dei dipinti del 600 napoletano alla Pinacoteca di Capodimonte fin dalla sua inaugurazione nel 1957 ad oggi.
I curatori della mostra, Stefano Causa e Patrizia Piscitello, ricollocano il tutto in una realtà attuale più complessa, sulla base degli studi degli ultimi decenni, proponendo di riconsiderare lo schema, ampiamente storicizzato di Roberto Longhi, di Longhi, ormai ampiamente storicizzato, facendo emergere che il secolo “di Caravaggio” in realtà appartiene soprattutto al pittore spagnolo, Jusepe de Ribera, arrivato a Napoli sei anni dopo la morte di Caravaggio, nel 1616.
La mostra “Oltre Caravaggio” porta Ribera, rappresentato nelle collezioni di Capodimonte da opere sacre, mitologiche e nature morte, al centro della scena artistica napoletana del ‘600.
Napoli, nel XVII secolo era una città portuale tra le più popolose al mondo crocevia della cultura italiana capace di esercitare una profonda influenza sulla cultura europea, la sua storia è l’espressione dei diversi strati che le sono appartenuti costituiti da popoli, civiltà e di tutte le loro espressioni artistiche che hanno profondamente inciso le tracce nell’immenso patrimonio monumentale ed artistico della città. Martoriata da guerre e devastazioni altresì dalle eruzioni vulcaniche e catastrofi naturali come maremoti e pestilenze, ha saputo sempre risorgere mettendo in luce tutti i capolavori di illustri artisti.
La rassegna, dedicata al XVII e XVIII secolo, spiega proprio in quest’ottica, il ruolo centrale che hanno lombardi come Caravaggio (1571-1610), emiliani come Giovanni Lanfranco (1582-1647), Domenichino (1581-1641) e Guido Reni (1575-1642), lo spagnolo (ma napoletano d’adozione) Jusepe de Ribera (1591-1652), i francesi Simon Vouet (1590-1649) e Pierre-Jacques Volaire (1729-1799), il bergamasco Cosimo Fanzago (1591-1678), i romani Artemisia Gentileschi (1593-1653) e Gregorio Guglielmi (1714-1773), il belga François Duquesnoy (1597-1643), che aveva collaborato all’altare per il cardinale Ascanio Filomarino (1583-1666) nella chiesa dei Santi Apostoli, imponente macchina realizzata tra il 1638 e il 1647 dall’architetto Francesco Borromini (1599-1667), tra i principali esponenti del barocco romano.
Tutti gli artisti napoletani ispirati a così illustri rapporti, attraverso una personale rielaborazione hanno portato l’arte come linguaggio in Italia ed in Europa. Luca Giordano, un esempio tra tutti (1634-1705), che, campione della pittura barocca napoletana, viene chiamato a Venezia (1665, 1668), a Firenze (1682-83, 1685) e in Spagna (1692-1702), lasciando traccia sui pittori locali.
La mostra è realizzata in collaborazione con l’associazione Amici di Capodimonte Ets e American Friends of Capodimonte.
Titolo: “Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli“
Date mostra: dal 31 marzo 2022
A cura di: Stefano Causa e Patrizia Piscitello
– Dal giovedì al martedì (Secondo piano)*
10.00 – 17.30 (ultimo ingresso ore 17:00)
*chiuso il mercoledì
Info e prenotazioni: coopculture.it
Segreteria
Tel. +39 081 7499154 | E-mail: mu-cap@beniculturali.it
Ufficio Accoglienza e Valorizzazione
Tel. +39 081 7499154 | E-mail: mu-cap@beniculturali.it
Sede mostra: Museo e Real Bosco di Capodimonte