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Nuova luce su Pompei con la casa di Sirico e la domus dell’Orso Ferito

Il biglietto di ingresso agli scavi archeologici di Pompei vale solo per la visita alle due nuove domus inaugurate quest’oggi. Si tratta della case di Sirico e dell’Orso Ferito, situate all’interno della Regio VII finalmente fruibile al pubblico. Grazie al Grande Progetto Pompei, l’intera aera, che comprende anche il Foro, è stata messa in sicurezza secondo un criterio del minimo intervento e della massima reversibilità. Al bando cemento, calcestruzzo e quegli orribili puntelli di acciaio e via libera a materiali lapidei o laterizi compatibili con quelli originari. In modo da unire la salvaguardia del bene alla sua valorizzazione storica.

Salve Lucru(m), ovvero Benvenuto Guadagno! È l’iscrizione posta all’ingresso della Casa di Publius Vedius Siricus, politico e commerciante che accoglieva i propri clientes con questo beneaugurante zerbino mosaicato. Era ricco Sirico, molto ricco, e lo si nota dalle dimensioni della sua casa, una villa con numerose stanze dove spicca in modo particolare la luminosa esedra: è qui che si consumavano i pasti e le ore più importanti della giornata, è qui che venivano conclusi gli affari tra il tintinnio di coppe di vino e il gusto agrodolce di carni condite con salsa di garum. I commensali banchettavano su letti triclinari circondati da raffinati affreschi: Eracle alla corte della regina Onfale, Teti nell’officina di Efesto e la Costruzione delle mura di Troia. Insomma, una stanza in cui i sapori del cibo erano esaltati da storie mitologiche e da splendidi giochi cromatici sulle pareti… cosa voleva di più un pompeiano?

Affianco c’è il triclinio, sulla cui parete era affrescato il quadretto di Enea ferito alla gamba, che oggi si trova al Museo Archeologico di Napoli. La stanza non ospita più il dipinto dell’eroe degli eroi dell’antica Roma, ma ricostruisce una straziante scena delle ultime ore di Pompei. Sono, infatti, esposti i primi calchi scoperti da Giuseppe Fiorelli nel 1863. Si tratta di un gruppetto di fuggiaschi ucciso all’istante dalla prima nube ardente che travolse la città nel 79 d.C. Un uomo, presumibilmente uno schiavo, indossa un anello di ferro al dito alla mano sinistra, una donna stringe al petto pochi preziosi raccolti prima di darsi alla fuga e sprona la corsa di due ragazze, una adulta e l’altra che doveva essere ancora una ragazzina, ma della quale, purtroppo, restano solo alcuni frammenti salvatisi dal bombardamento della Seconda Guerra Mondiale. Questa sfortunata famigliola fu rinvenuta in vicolo Augusto, poi battezzato vicolo degli Scheletri dopo il loro straordinario ritrovamento.

Continuando lungo la strada, ci ritroviamo a un incrocio dove il sole di mezzogiorno batte sull’ingresso di una casa che ci accoglie con un mosaico di rara bellezza rappresentante un orso ferito. Un’immagine che dà il nome alla domus che stiamo visitando. Sebbene non si tratti di una grande abitazione, la ricchezza delle decorazioni la rende davvero unica. Ciò che colpisce è lo straordinario pavimento mosaicato a nido d’ape con una fila di pelte nere e una treccia a due capi bianca su fondo nero che incornicia la vasca dell’impluvio. Che eleganza! In una casa romana che si rispetti non può certo mancare il giardino. Ed ecco la chicca: una sfavillante fontana ornata da conchiglie e variopinti tasselli che disegnano le forme di Venere e Nettuno e danno vita a un fondale marino popolato da pesci. Un’esplosione di colori in cui le migliaia di tessere in pasta vitrea appaiono più brillanti di un collage di coralli e madreperle. Una gioia per gli occhi.

In una città più che mai “viva” come Pompei non può essere tralasciata la viabilità. La riapertura delle vie principali della Regio VII ha suggerito la revisione dei sensi di percorrenza per l’accesso al Lupanare, il “sito a luci rosse” (non a caso tra gli edifici maggiormente visitati) che ha sempre riscontrato una forte congestione dei flussi. Adesso, invece, il Lupanare sarà raggiungibile solo percorrendo il vicolo della Maschera (l’ex uscita) e accedendo all’edificio dal vicolo del Balcone Pensile. Una disposizione che evita quei fastidiosi imbuti alla circolazione dei turisti.

Autore: Fabrizio
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