Dopo un restauro durato due anni, si preparano a riaprire al pubblico il Grande Appartamento d’Etichetta e il Cortile delle Carrozze del Palazzo Reale di Napoli.
Nelle sale volute da Ferdinando II di Borbone, un tempo adibite a funzioni di rappresentanza, si potranno rivivere le atmosfere della corte borbonica ottocentesca, immergendosi nella storia e nel gusto della Casa Reale.
Ai preziosi arredi e al ricco apparato decorativo si affiancano storiche opere d’arte, come i quadri di Giuseppe Verani appartenuti alla collezione di Maria Cristina di Savoia, le grandi tempere di Salvatore Fergola e le vedute di Napoli dipinte su rame da Orazio Grevenbroek.
Fra le principali attrattive spicca la sontuosa Sala del Trono dove, fra i drappeggi d’oro e velluto rosso del baldacchino, campeggia il seggio regale ottocentesco, circondato dai ritratti dei protagonisti della corte, mentre il soffitto risplende degli stucchi raffiguranti le 14 Provincie del Regno.
Il delicato intervento di recupero ha interessato nella loro interezza decorazioni, tappezzerie, arredi, pavimentazioni e serramenti anche nella Sala di Maria Cristina di Savoia e nel Passetto del Generale, adibito oggi a pinacoteca, oltre che nella Sala degli Ambasciatori, ornata dalle pitture seicentesche di Belisario Corenzio che celebrano i fasti della dinastia spagnola.
Nella Sala del Trono il re accoglieva i suoi ospiti più prestigiosi che provenivano da ogni parte del mondo. Essa è riconoscibile, oltre che dalla presenza del trono stesso, dai ritratti appesi alle pareti raffiguranti personaggi realmente esistiti tra il Seicento e l’Ottocento. Il baldacchino di velluto rosso risale al Settecento, mentre il trono, con i leoni in stile impero sotto i braccioli, è databile intorno al 1850. Sul soffitto alcune figure femminili dipinte avvolgono il simbolo dell’autorità regale: sono le personificazioni di tutte le province del Regno delle Due Sicilie, mentre, al centro, gli stemmi del cavallo e della Trinacria stanno a simboleggiare Napoli e la Sicilia.
Di fronte al trono, un ritratto di Ferdinando I: il re che è stato più a lungo sul trono di Napoli.