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Le Quattro Giornate di Napoli

Una città sotto assedio, bersaglio dichiarato di tutti gli eserciti degli alleati come dei nazisti, ma il dramma di Napoli, in realtà, è cominciato pochi mesi dopo lo scoppio della guerra, quella guerra che secondo la propaganda di regime avrebbe dovuto concludersi in poche settimane, e invece, tra l’autunno del 1940 e la primavera del 1944, Napoli subirà più di cento bombardamenti, da parte dell’aviazione inglese, americana ma anche della Luftwaffe, il più grave, il 4 dicembre del 1942, causa 3.000 morti, ma resta nella memoria collettiva anche quello che provoca l’esplosione della nave militare Caterina Costa, i cui resti vengono rinvenuti persino al Vomero, nella parte collinare della città. La città vive ore drammatiche in attesa di una liberazione che non sembra arrivare mai mentre si susseguono distruzioni su vasta scala, rastrellamenti e deportazioni di civili da parte nazista. Questa è Napoli nei suoi giorni più difficili, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. 

All’indomani dell’armistizio del ’43, dunque, molti napoletani hanno lasciato la città, ma altrettanti sono rimasti, decisi a darsi un’organizzazione e ad opporsi alle autorità tedesche che il 13 settembre li minacciano apertamente: ”ogni soldato germanico ferito o trucidato verrà rivendicato cento volte”, recita un bando della Wermacht. E così, dal 27 settembre al 30 settembre 1943, inizia una vera e propria caccia all’uomo, senza distinzione d’età: 18.000 persone sono fermate, portate via, arrestate. I nazisti procedono anche alla distruzione sistematica delle fabbriche e del porto, poi, alla notizia dell’esecuzione spietata di un giovane marinaio coinvolto nella resistenza, esplode la rivolta, l’intera città è in prima linea, si alzano le barricate in tutti i quartieri, i napoletani decidono di impugnare le armi e di combattere strada per strada, vicolo per vicolo contro gli ex alleati divenuti a tutti gli effetti occupanti e per 4 giorni, i napoletani, tengono duro fino a costringere i nazisti alla resa. Alla fine, in più di 300 pagheranno questa scelta con la vita. Poche ore dopo, con l’arrivo degli americani, ha inizio il lungo e faticoso cammino verso la normalità, tra cumuli di macerie, apocalittiche eruzioni del Vesuvio, mercato nero, prostituzione ed epidemie, come quella di tifo petecchiale, che le autorità americane sconfiggeranno solo irrorando quintali di DDT su oltre 600.000 napoletani.

La cronaca di quelle quattro tragiche giornate rivive, ora per ora, nel documentario di Aldo Zappalà premiato con Targa d’argento al merito del Presidente della Repubblica. È un racconto che ci riporta tra le strade del capoluogo campano proprio nel momento in cui la sommossa spontanea si salda alle azioni isolate della resistenza clandestina, in una sollevazione popolare che coinvolge senza distinzioni operai, intellettuali, ufficiali e soldati allo sbando.

Autore: Fabrizio
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